Il termine "a secco" è un modo di definire le tecniche della pittura su pareti che non sono "a fresco", cioè i dipinti realizzati su muri asciutti con colori fissati grazie a sostanze fissanti, come uovo, colla, grassi animali, olio o cera. L'esempio più antico di pittura a secco sono le pitture murali preistoriche, in questo caso le immagini sono disegnate sulla parete rocciosa con polveri colorate, derivate da argilla o da carbone polverizzato mescolati a grasso animale. Nel neolitico la tecnica fu perfezionata creando un supporto, sulla roccia venivano stesi vari strati preparatori, formati da una specie d'intonaco contenente della paglia tritata, per contribuire a trattenere le particelle di colore.
Questo tipo di intonaco si ritrova anche nei dipinti dell'antico Egitto dove la parete è ricoperta da una malta di carbonato di calcio, gesso e paglia. Su questo strato asciutto è realizzato il dipinto.
Nei dipinti di Pompei venne usata una tecnica a secco dove su pareti preparate con diversi strati di intonaco sono stati ritrovati leganti come il sapone mescolato alla calce, questo perché la saponificazione ha la funzione di annullare la causticità della calce ed aveva anche la funzione di rendere la pittura più lucida e compatta. Inoltre gli strati più superficiali dell'intonaco contenevano polvere di marmo o di alabastro. Recentemente la pittura murale è quasi sempre realizzata a "secco" su pareti tinteggiate asciutte.
|
Dipinti murali a secco
Pittura a secco egiziana
Pittura a secco, dipinti di Pompei
Parete dipinta 1
Parete dipinta 2
Pittura a secco
Pittura a secco 2
Pittura a secco, preistoria
|