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La storia

Il pavimento alla veneziana, detto anche terrazzo alla veneziana, caratterizza gli edifici veneziani rinascimentali ed è uno tra i più antichi pavimenti usati in architettura, le sue radici affondano nella scuola romana del mosaico. A partire dal 1400 il terrazzo è il tipo di pavimento più usato a Venezia e nelle case signorili del Veneto e di altre città d¹Italia.

Caratteristiche

Il grande impatto estetico ed il valore artistico hanno da sempre legato questo tipo di pavimentazione a concetti di raffinatezza, regalità ed imponenza. Cromie, decori, utilizzo di nuovi materiali come ad esempio i metalli, pietre preziose, ecc. rendono oggi questo prezioso manufatto adatto a diverse soluzioni abitative, anche le più moderne. Il pavimento alla veneziana viene scelto per la sua grande versatilità. La combinazione di colori e materiali diversi garantisce la possibilità di assecondare anche le più moderne esigenze estetiche. La sua variegata composizione favorisce la mimetizzazione dello sporco mentre l'assenza delle fughe agevola notevolmente le operazioni di pulizia, consentendo di mantenere inalterate nel tempo le sue qualità estetiche senza grosse difficoltà. II pavimento alla veneziana è un prodotto artigianale, dove l'apporto del lavoro manuale è di gran lunga preminente rispetto a quello meccanico. Si tratta di un conglomerato di graniglie di marmo e cemento, perciò se visto in controluce si evidenzierà una finitura leggermente "ambrata" e mai a specchio come altri generi di pavimentazione.

Posa

Il pavimento alla veneziana si esegue mediante impasto formato da legante a base di calce idrata, calce idraulica, cemento bianco e speciali additivi, e da aggregati di marmo dei colori desiderati e di diametro fino a 40 mm. Si procede poi con sgrossatura con levigatrice a diamante, pulitura, lavaggio e stuccatura della superficie. Per ultimo si procede alla levigatura con mole abrasive, acido e piombo fino ad ottenere il grado di lucidità richiesta. Successivamente verrà fatto il trattamento con olio di lino crudo e la stesura di una mano di cera veneziana. Negli ambienti grandi è necessario inserire dei giunti di contrazione in lamine di ottone o alluminio in campiture di circa ml. 3x3, 4x4 e anche 5x5 e più a seconda dello stato del sottofondo di appoggio. Lo spessore minimo del sottofondo va da 20 mm. fino a 60 / 70 mm.

Decori

Il pavimento può incorporare fregi, ornati e cornici, da eseguire con dime di legno o altro materiale. I bordi tra coloriture differenti possono essere evidenziati da file di tessere regolari, ciottoli o scaglie di dimensioni e forme regolari.

Problemi

Nei pavimenti alla veneziana a base cemento come legante, è fisiologica la possibilità di cavillature e fessurazioni, specie in presenza di sottofondi con riscaldamento a pavimento. Tale fatto (entro certi limiti) deve essere accettato in quanto nessuna tecnica di applicazione potrà dare garanzie in tal senso. Tali fessurazioni e/o cavillature possono essere ripristinabili al meglio mediante apposita stuccatura e rilucidatura dopo un certo tempo dal loro formarsi. Nel pavimento possono crearsi piccoli fori dovuti a impurità dei materiali che possono essere riparati con un'accurata operazione di stuccatura.  In caso di disegni o fasce si possono presentare piccole avallature.

Manutenzione

Il terrazzo alla veneziana non necessita di particolari cure, è molto robusto e pratico. Dopo la consegna del lavoro, a distanza di tempo, il pavimento presenterà degli aloni di opacità effetto della polvere depositatasi. Per riportare il pavimento al suo aspetto ottimale basterà asportare la polvere con uno straccio umido e quindi lucidarlo con una lucidatrice domestica. Nel tempo è consigliabile riprendere periodicamente il trattamento a cera almeno nelle zone maggiormente esposte all'usura. E’ opportuno adoperare cere non metalliche e il detergente per la pulizia non dovrà essere acido. Per ottenere una lucidatura particolarmente brillante bisogna adattare alle spazzole della lucidatrice un velo di lana di acciaio che oltretutto assicura il totale asporto della cera rimasta in superficie. Tale operazione dovrà essere effettuata molto di rado (una volta l'anno), poiché un'eccessiva dose di cera non assorbita dal pavimento resterebbe in superficie creando fastidiose segnature. II pavimento trattato con olio di lino, va solamente lavato e pulito con detergenti neutri, rinfrescato nel trattamento ogni 3/4 anni. Una manutenzione mediante lavaggio con acqua e cera migliora e mantiene la lucentezza della superficie. È preferibile evitare di lavare il pavimento con detergenti inadeguati come ammoniaca, candeggina, detersivi a base di acido cloridrico poiché a lungo andare possono corrodere la superficie. Anche se il trattamento a cera protegge il pavimento dalla veloce penetrazione di liquidi accidentalmente caduti, è bene ricordare che vino, bibite, aceto, caffè, devono essere tolte in fretta da tutte le superfici marmoree prima che possano penetrare in profondità.




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